La vita
Nasce a Conselice (Ravenna) nel 1969. Dall’età di sette anni (sino a tredici) segue le lezioni di disegno, pittura, scultura, ceramica e incisione impartite dalla pittrice Giuseppina Zardi presso la Scuola d’Arti e Mestieri a Massalombarda. Dopo aver conseguito il diploma al Liceo Artistico Pier Luigi Nervi di Ravenna, nel 1991 si diploma all’Accademia di Belle Arti della stessa città. Da sempre conduce una vita dedita alla ricerca e alla pratica pittorica; rare e sporadiche sono invece le presenze a manifestazioni espositive. Vive e lavora ad Argenta (Ferrara).
Riflessioni
Il mio interesse rivolto alla Pittura Antica e ai Maestri del passato non è un effimero esercizio di plagio. Tutt’altro. Sono convinto (anzi certo) che molto del patrimonio intellettuale e artistico di Chi ci ha preceduto sia ancora ben lontano dall’essere svelato. Purtroppo una frettolosa e ingorda corsa verso il futuro (e alla ricerca di cosa?), ci impedisce di posare uno sguardo umile e rispettoso all’eredità lasciataci dai Padri dell’Arte. Anzi con gesti sfrontati, sacrileghi e arroganti, oggi giorno ci si definisce artisti ben sapendo di non esserlo, mettendo penosamente a nudo la nostra sconfitta. Vorremmo seppellire e mettere a tacere i Veri Maestri per una forma di intima meschinità o per timore di confrontarci con Loro…Loro invece avrebbero ancora molto da confidarci. Chi distrugge il passato è colui che non rispetta e non comprende il valore delle proprie radici; c’è da chiedersi infatti quale sia l’etica di una società che permette di vedere oltraggiato e violentato un monumento storico da una scritta indegna e oscena, fatta con una bomboletta spray…gli sterili protagonismi di questa umanità corrotta, portano ad un ben misero naufragio. Una civiltà che cresce nutrendosi del suo passato per migliorare il proprio futuro è forse un’utopia? Un madrigale di Monteverdi o una fuga di Bach racchiudono ancora oggi bagliori nascosti e reconditi, i quali una volta carpiti getteranno nuova luce sull’Arte di Chi li ha composti, rigenerando, rinnovando e arricchendo soprattutto la nostra arte. Una mente che avrà attinto da queste Fonti potrà dirsi una mente sublimata. L’approdo ad una condizione così “alta” offrirà l’occasione di creare qualcosa di nuovo; solo a questo punto il futuro potrà essere affrontato, sostenuto e purificato da una “coscienza dell’estetica” finalmente illuminata. Ecco dunque che cosa rappresenta (e cosa è) l’Arte per il sottoscritto: il raggiungimento di uno stato di elevazione (e direi di sublimazione) spirituale del proprio io; una sorta di trasfigurazione estatica dell’anima, quasi un credo religioso. L’Arte infatti altro non è che l’espressione più alta e compiuta della sensibilità di un uomo. Queste frasi potrebbero apparire un po’ troppo retoriche o esageratamente o enfatiche…ma non è così. Ciò che ho appena scritto è la semplice testimonianza di cosa provo nei momenti in cui concepisco un’opera o mentre dipingo una tela. Creare, plasmare, modificare o distruggere, evitando ogni forma di vanità, ogni forma di vuoto narcisismo; lontano dai clamori, in una feconda solitudine; umilmente con impegno e costanza, per spingersi sempre al limite, senza accontentarsi…nutrirsi delle pulsazioni che l’Arte emana; dunque vivere con (e per) l’Arte. Vita e Arte appunto, binomio inscindibile, legato da un rapporto di simbiosi perfetta; Arte e Vita, accorpate e fuse, combattenti fiere e indomabili nel nome della Poesia.
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